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TRANSISTERS

TRANSISTERS

scritto e diretto da Ila Covolan

con Nicole de Leo e Mara Pieri

Transisters è la storia di un transito. Un ritorno alla propria coscienza, per risolvere un passato travagliato, di costrizione, di voglia di fuga, di invisibilità, verso una, molte forme di altre migrazioni. È la storia di chi transita: non solo da un genere all’altro, ma anche da uno stato all’altro, attraverso confini che sono corpi, frontiere, coscienze, perdono.

Una persona in due momenti diversi, due luoghi, due corpi, che si ritrovano per riconoscersi, per ridisegnare la propria relazione, per riappacificarsi e dunque ricomporsi per poi, forse, ricominciare a migrare. E così la storia del Kossovo diventa la storia dell’Italia, una migrazione di genere diventa lo specchio di mille altre migrazioni fisiche e simboliche. Con la consapevolezza che le lotte contro la repressione, la discriminazione, le forme granitiche e monolitiche sono inevitabilmente tutte intrecciate tra loro.

Due attrici in scena a scontrarsi ed incontrarsi in un non-luogo, un mausoleo ai fantasmi del passato, che, tra dolore, ilarità, nostalgia e comicità, assumono una nuova forma, che permette di riappacificarsi con il rimpianto.

Dialoghi serratissimi si alternano a monologhi che raccontano intrecci di storie, in cui i fili conduttori dell’invisibilità e della visibilità, si alternano in modo anche estremo.

Alla traiettoria dallo “stato fantasma” all'”identità fantasma” si affianca e si oppone quella dello stato che impone confini e delle regole, alla quale va a sommarsi un’identità estremamente visibile che non può passare inosservata, che non si può cancellare dal corpo.

Il tema centrale dello spettacolo è l’intersezionalità delle lotte. Si parla di transito: una transizione fra generi, legata all’esperienza della transessualità, che si intreccia però con una riflessione politica sulla situazione del Kossovo e dell’Italia. Transisters è la storia di più migrazioni: in scena, il passato ed il presente a comporre la stessa persona; in scena, la terra d’origine e il luogo d’arrivo: Kossovo e Italia, a confondersi e a sovrapporsi in maniera a volte poco chiara e distinta; in scena, due età a confronto, due corpi in transito.

Considerando quindi il momento storico in cui viviamo, riferirsi a identità definite in termini strettamente separati come “identità transessuale” o “identità migrante”, sarebbe soltanto una costruzione retorica e teorica distante dalla realtà. Transisters si pone dunque l’obiettivo di intersecare con forza questi ed altri piani, in un’approccio che compia un’analisi critica dell’oggi attraverso le lenti multisfaccettate dell’intersezionalità delle lotte.

Il gioco di parole Transisters vuole richiamare una sorta di sorellanza in transito, sia nel rapporto fra le due anime del personaggio sia, più in generale, nel legame fra tutte le condizioni di transito. Dall’altra, richiama anche il transistor, il trasmettitore di frequenze, poiché ci sono delle frequenze scomode, che puntualmente puntualmente si cerca di ignorare, spezzare, oscurare. In questo senso, Transisters richiama un “transfer resister”, una forma di resistenza verso i tentativi di oscurare le frequenze scomode.

 

 

 

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